Somma di denaro versata dall'acquirente come anticipo sul prezzo totale di acquisto che, a differenza di una caparra, dovrà essere restituita interamente dal venditore qualora l'affare non vada a buon fine.
Qualora il contratto sia soggetto a registrazione, sull'acconto è dovuta un'imposta pari al 3% dello stesso.
Detta imposta tuttavia rappresenta un credito d'imposta, da scalarsi sino a concorrenza, dall'imposta di registro dovuta per il rogito definitivo.
Es. se si registra un contratto che prevede un acconto di Euro 30.000,00 (trentamila), sarà dovuta un'imposta di Euro 300,00 (trecento), da scalarsi poi dall'imposta di registro dovuta per il definitivo.
Sulle somme invece da imputarsi a titolo di "caparra confirmatoria" (vedi voce apposita) è dovuta un'imposta di registro pari allo 0,50% della caparra stessa.
In caso tuttavia il contratto definitivo sia soggetto ad IVA il panorama cambia parzialmente. Gli acconti saranno soggetti ad IVA, mentre la caparra continuerà ad essere assoggettata ad imposta di registro. Mentre quindi per gli acconti non vi è problema di doppia tassazione, in quanto l'iva pagata per gli stessi, non sarà piu' dovuta al momento del saldo, per recuperare l'imposta (di registro) versata a titolo di caparra, non vi è altra strada se non l'istanza di rimborso, da presentare all'Agenzia Entrate.